A proposito di allattamento prolungato...

Sono la mamma di Bianca, 6 anni lo scorso ottobre.

Parto subito con una dichiarazione: sarò per sempre grata al gruppo di AMAS Laetitia, tenuto a Savignano sul Panaro dalla carissima Adelina, che mi è stato di enorme aiuto, offrendomi quel sostegno psicologico e morale, difficile a volte da trovare in famiglia e nel contesto sociale.

 

La mia bimba, oltre al fatto di aver vissuto esclusivamente di latte materno per un anno intero (le pappe non la interessavano proprio!!!) ha continuato ad essere allattata da me fino all’età di 4 anni.

L’esperienza dell’allattamento è stata una delle più belle della mia vita, e ritengo anche della sua!

 

Già da un po’ Adelina mi aveva chiesto di parlare (tramite il giornalino) del modo in cui si è concluso questo periodo, ma tra impegni e dimenticanze, finora non avevo mai esaudito la sua richiesta. Ora, però, qualcosa mi spinge a raccontare…

 

Dovete innanzitutto sapere che, quando è iniziato il mio percorso con Bianca, nella mia ignoranza e disinformazione, non avevo assolutamente idea che un figlio potesse essere allattato oltre i primi mesi dalla nascita; ero ben lontana dalla attuale consapevolezza che non solo si può, ma che è un’esperienza bellissima, appagante e salutare, nonché una consuetudine in molti Paesi non occidentali (e questo non solo per questioni economiche, se la mamma non può permettersi di comprare alimenti diversi, ma per ragioni intrinseche alla natura stessa dell’essere umano).

 

Poi, naturalmente, ci ha pensato Bianca a “spiegarmi” che tutte le tabelle dei pediatri non dovevano per forza essere ritenute dogmi e che lei intendeva fermamente attuare i seguenti punti:

  1. prendere la titta tutte le volte che ne aveva voglia;
  2. non accettare l’introduzione di altri alimenti (al di fuori del latte della mamma) prima dell’anno di età, quando ha iniziato autonomamente a mangiare i maccheroni…
  3. dormire nel mio letto, perché così poteva prendere la titta anche di notte (e perché è bellissimo dormire vicino alla pancia della mamma!).

Adelina, dal canto suo, mi ha dato appoggio morale, informazione scientifica e l’opportunità di scambiare esperienze e stati d’animo con altre mamme nelle mie stesse condizioni: tutte cose fondamentali per incoraggiare una donna che allatta!

 

A un certo punto quindi, senza neanche rendermene conto, mi sono ritrovata ad avere una bimba di ormai due anni compiuti che prendeva da me tantissimo latte e che non sembrava minimamente intenzionata a smettere.

L’unico problema della cosa, considerando anche che avevo ripreso a lavorare, erano i risvegli notturni: Bianca si svegliava circa ogni ora per fare rifornimento di latte.

 

Niente di così tremendo, in realtà, visto che dormendo con me il tutto si risolveva in una sorta di self-service… però aspettavo al varco il momento in cui la mia piccola “poppante” avrebbe raggiunto quella maturità necessaria a capire la situazione.

 

Così, qualche mese dopo il secondo compleanno, le ho fatto un discorso molto chiaro: “cara Bianca, devi sapre che, siccome di notte bisogna riposarsi proprio bene-bene, da adesso in avanti la titta si prende solo prima di addormentarsi, poi, se per caso ti svegli, non si prende più.” Lei si è detta d’accordo, si è lamentata un po’ le prime due o tre notti, e poi… sonni tirati fino alle 8 della mattina!!!

In sostanza: fino ai due anni l’allattamento è stato a richiesta, poi, raggiunta ormai un’età in cui la mia bimba era in grado di capire e di accettare la cosa, è stato “regolamentato”.

 

Quando Bianca ha compiuto 3 anni, ha finalmente espresso il desiderio di dormire nel “lettone novo da bimbi glandi”, che già da un anno la aspettava nella sua cameretta, tutto bello addobbato con farfalle di cartone variopinte e scintillanti, (appositamente confezionate dalla sottoscritta per invogliarla un po’…), e da quel momento viene nel lettone grande solo in occasioni speciali.

 

Poi come per incanto, alla fine dell’estate, è accaduto che Bianca da un giorno all’altro... puf!... smettesse di chiedere la titta! E, a dirla proprio tutta, mi sono sentita un po’ “orfana”: non c’era più una dolce frugolina che, appena finito di dissetarsi, copriva il seno salutandolo con un “tao tao! titta nanèin!”

Ma dopo il primo attimo di smarrimento mi sono sentita felice e orgogliosa, nel vedere come la mia bimba stava crescendo!

 

E veniamo ora al motivo che mi spinge finalmente a scrivere queste righe.

E’ accaduto che la maestra di Bianca abbia dato ai bimbi il seguente compito: fare un disegno per ogni sillaba (la-le-li-lo-lu).

Ed è accaduto che Bianca abbia associato alla sillaba “la” il latte.

Risultato: al posto della classica bottiglia, ha disegnato sul quaderno un bellissimo seno materno da cui esce un bianco fiotto di latte!!

 

La maestra è ancora un po’ perplessa… ma, devo confessarvi, io mi sono sentita veramente felice ed orgogliosa!!!

E’ col cuore che auguro a tutte voi di poter vivere un’esperienza così gratificante…